Breve viaggio nella storia dei Trionfi – Il Diavolo

Immagini dipinte a mano (dal 1450 al 1500 circa)
Non è sopravvissuta alcuna carta dipinta a mano. Le antiche immagini del Diavolo che è possibile reperire sul web sono tutte riproduzioni di fantasia realizzate in epoche successive.


Prima tradizione di carte stampate (dal 1500 al 1700 circa)
La prima versione che abbiamo è il frammento di un foglio italiano in cui il Diavolo si trova in aperta campagna, con un albero sullo sfondo. E' alato e porta un tridente sulle spalle. Sul basso ventre ha una seconda faccia con orecchie di animale. Sulla testa ha le corna e lunghe orecchie, che però potrebbero essere elementi di un copricapo.

Il foglio Rothschild conservato al Louvre di Parigi mostra una figura decisamente grottesca. Il Diavolo, raffigurato nell'atto di mangiare un uomo e una donna, ha la coda, corna e orecchie da animale, ali appuntite, piedi artigliati e peli ispidi la cui forma suggerisce l'idea delle fiamme. Completa il quadro una testa più umana che sembra uscirgli dal torace.   

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Il Diavolo del foglio Rosenwald sembra molto più innocuo del precedente. E' una curiosa figura umana con corna, orecchie di animale e piedi artigliati. Tiene in mano un tridente e indossa una tunica che sembra fatta di pelo ispido, di piume o forse di fiamme.

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Il Diavolo del mazzo parigino anonimo non si discosta dall'iconografia ricorrente: è una figura minacciosa, dotata di corna, ali e artigli, che impugna una verga o un tridente.

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La carta marsigliese differisce da tutte le raffigurazioni precedenti: qui infatti il Diavolo, che ha ali di pipistrello, impugna una torcia e poggia i piedi artigliati su un piedistallo simile a un'incudine, cui sono incatenati due esseri semi-umani. Questi ultimi hanno code penzolanti, orecchie di animale e copricapi cornuti. Come quelle del Diavolo, le loro corna sembrano di cervo, più che caprine.

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Prime versioni esoteriche (mazzi del 1888-1910)
La carta di Wirth mostra dei demoni legati al piedistallo. Il Diavolo, dotato di testa caprina con un pentagramma in fronte, ha gli zoccoli al posto dei piedi artigliati e porta appeso ai lombi il simbolo di Mercurio. Impugna una lunga candela e una lucerna; su un braccio ha la scritta SOLVE e sull'altro COAGULA.
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Nella carta di Waite, il pentagramma sulla fronte del Diavolo è rovesciato, e non compaiono scritte alchemiche. Il Diavolo sembra appollaiato sul suo piedistallo, al quale si aggrappa con gli artigli dei piedi; compie un gesto di dualità con la mano destra e tiene una torcia rovesciata con la sinistra. Le figure incatenate al piedistallo sono esseri umani, benchè dotati di corna e coda. Il loro giogo è abbastanza ampio da potersi sfilare dalla testa. La fiamma della torcia rovesciata sembra stia incendiando la coda dell'uomo.

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Il Diavolo della Golden Dawn ha una testa cornuta che somiglia a un pentagramma rovesciato, tiene una torcia capovolta in una mano e un corno nell'altra. Le figure sotto di lui, che appaiono umane benchè dotate di corna, hanno solo un braccio incatenato al piedistallo.

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L'immaginario simbolico della carta
La mancanza di carte dipinte a mano indica che nel periodo rinascimentale le qualità malvagie del Diavolo venivano prese molto sul serio e dunque si preferiva tenere questa carta nascosta. Come ha sottolineato C.S. Lewis ne «Le lettere di Berlicche», una delle maggiori vittorie del Diavolo è stata la diffusione dell'ipotesi della sua non esistenza, o almeno l'aver fatto credere che, se esiste, è comunque una figura risibile e facilmente identificabile.

I molteplici simboli della dualità che compaiono su tutte le versioni della carta, ci ricordano che il Diavolo è colui che genera l'illusione della separazione, contrapponendosi così all'unità intrinseca della Creazione e dunque a Dio stesso. Analogamente, il pentagramma capovolto indica la negazione del potere dello Spirito sulla materia.

Le figure rappresentate sulla carta indicano chiaramente una condizione di schiavitù: gran parte del male, in effetti, potrebbe essere descritto come mancanza di libertà interiore, oppure come comportamento compulsivo. La compulsione è il marchio distintivo della nevrosi, della dipendenza e del vizio. Edward Waite, però, sottolinea l'irrealtà del potere del male, offrendo ai due individui incatenati la possibilità di sfilarsi dal collo il giogo che li tiene avvinghiati al Diavolo. I prigionieri si trovano lì per libera scelta; se lo vorranno, un giorno smetteranno di farsi governare dal male.  

L'esoterismo più avanzato insegna che il mondo esterno a noi è semplicemente un riflesso del nostro stato interiore. Questa però è una lezione molto difficile da apprendere: tutti gli individui non risvegliati indietreggiano di fronte alle scene esecrabili che vedono riflesse nello specchio, attribuendo la colpa di quell'oscurità a chiunque, tranne che a se stessi. Il Diavolo è appunto quello specchio le cui immagini ci spaventano così tanto, ma al tempo stesso è anche il Guardiano della Soglia che continuerà a sbarrarci il passo, finchè non troveremo il coraggio di immergerci completamente nella nostra Ombra.


NOTA BENE: Le informazioni contenute nell'articolo sono tratte dal libro «Tarocchi e Magia» di Gareth Knight. Le immagini dei Tarocchi sono tratte dal web.